Avevo creduto nell'amore. Era così dolce. Ci avevo creduto e tutto passava leggero, saltavamo per raccogliere il vento e poi cadevamo sopra l'erba morbida di un campo di Wight. Proprio sopra l'oceano, proprio sopra le onde di schiuma densa che volava su di noi e cadeva come nuvole. Un viaggio è molto più di un giorno normale. E noi afferravamo quel ritmo perduto nella noia abbracciando ogni cosa come fosse l'ultimo spasmo d'universo. Tu lo sapevi come lo sapevo io. Non era per sempre e non era forse per molto, era un soffio, come quello sulle candeline del tempo. Ora io ti amavo. E poi? Ora tu mi guardavi così intensa, così pura. E poi? Nulla. Non ci bastava il fuoco dei momenti? A noi bastava, anzi sembrava non poterlo contenere tutto di quanto fosse denso. Un racconto denso d'amore. Mano nella mano sopra un uragano, ti dicevo. Non ci poteva fermare niente. Eppure.
Quello che è successo dopo è come un funerale senza processioni o tombe sulle quali poggiare i ricordi. Ma è successo davvero poi? Intendo tutto quel che abbiamo vissuto. Perché sembra così lontano a volte, come se ci fosse stato un altro al posto mio e tu fossi solo un ologramma di pensiero e capelli al vento.
A te è rimasto poi il silenzio a me la poesia.
