La penna sporca d’inchiostro le mie mani, fuori gli alberi gridano nel vento.
Ma in questo letto sprofondo. Tu sei partita qualche capello fa.
La memoria del tuo odore, incenso e polvere viola.
Questa stanza è una scatola piena di eco in cui immergo un doloroso piacere. Sprofondo tra le lenzuola nere. Sento questa vita che va; la tiro e allento e in questo spasmo trovo il Tempo.
Domani che sarà? Sarà come milioni d’anni fa.
Alice Coltrane suona attraverso quest’aria liquida, il sitar ipnotico, le note basse; il cuore galleggia impaurito e sorpreso. Non mi muovo da qui, non cerco distrazioni oltre.
La pace è dentro e per un po' non voglio partire. -Che male c’è?-
Le nuvole ferme mentre un vortice di petali e foglie dalla finestra mi invita a danzare. Potrei nuotare nudo nel flusso di questa natura fredda per capire dove stiamo andando. Che ne è della primavera? C’è un sole fragile; oltre le ombre qualcosa accadrà.
Fra poco il profumo del pane caldo e nel burro dolce troverò le mie risposte. I sensi si risvegliano nel muoversi sordo e assente tra un accadere e l’altro. -E’ qui che siamo noi?-
Sì, tra gli spazi vuoti capaci di osservare in silenzio. Sorridendo.
Il pane caldo fragrante nella mia bocca. Il pane che potrebbe non finire mai. Ed è questo il bello.
Cullato fra pensieri e nuvole d’abbondanza, non c’è niente d’aver paura in fondo. Non c’è niente da cui fuggire. Un altro giro di marmellata e un po' di latte.
Mi domando che stai facendo sull’altra sponda di questo grande mare. Se riceverò quella foto di te coi capelli più corti. Se ci ameremo ancora e potrò tuffarmi in quegli occhi così sinceri che la luce ci dormiva dentro e a ogni sguardo cercava miei desideri lontani di mondi migliori.
Se tu fossi qui ameremmo in due questo spettacolo fragile che è la vita. Potremmo passeggiare tra le foglie di tanti inverni fa. E tu non sapresti più chi sei né da dove vieni. Potresti rimanere qui per sempre. Ma è questo che vogliamo davvero?
Toccherà rivestirmi adesso, vestirmi di cose da fare, cose da portare a termine in fondo solo per distrarmi un po'. Questo andare da nessuna parte a completare le caselle di finte necessità che ci piacciono tanto. Tutto così necessario e cadenzato da descriverne la giornata e così la vita intera.
Macchinine, omini, pedine che vanno. Eppure le foglie sono ancora lì. Buona giornata allora!
Anche alla terra coi suoi germogli pronti, i lombrichi, le formiche e gli uccelli in stormi.
Che forma avranno oggi gli stormi?