E il sole sorge, rosso, immenso. Due cani s’azzuffano nella polvere mentre questo treno s’immerge fra i rami secchi e la terra bruciata dei campi che verranno. Mi chiedo perché sia così difficile amarsi quando tutto in fondo dura un momento. Penso: -lascia che sia, ciò che deve accadere si farà strada-. Vedo i bambini sull’altro lato del destino che mi fanno ciao, vestiti di stracci e sorrisi, attorno capanne di paglia e sacrificio, una mucca magra, qualche gallina e un campo di riso. Mi fan ciao come a dire: -noi siamo qui, siamo così-. Ed io su questo treno coi miei pensieri inutili, le paure da sacrificare e qualche brandello d’anima ancora da regalare.
Vorrei solo scendere e star con loro, giocare come una volta e ridere per niente. Che male c’è? Che ci ha fatto questo mondo per averlo reso così complesso?
Nemmeno so dove mi porta questa macchina di ferro, mi sono spinto oltre i confini del possibile così tante volte, mentre il pianeta stesso si sgretolava tra le dita.
Eppure ci sono momenti così intensi che ti puoi fermare dentro e costruire una casa con un camino acceso di emozioni. Allora quel luogo può diventare destino.
Getterò le parole scritte appena saremo al di là del ponte così nessuno le troverà mai, solo il vento.
L’impermanenza nasce dentro un sentimento.
‘Stridimi’ treno
Portami lontano
Rotaia dopo rotaia